L’Atlante Farnese è il mio testimone più importante… Quello slittamento delle Colonne d’Ercole da Malta/Gozo al Canale di Sicilia a Gibilterra è stato opera di un cartografo eccellente: Eratostene da Cirene, bibliotecario di Alessandria d’Egitto, definito il Padre della Geografia. Siamo nel 200 aC. E fu proprio lui a decidere di aggiornare le mappe del mondo conosciuto. Ad Alessandria erano arrivate tutte le misurazioni che Alessandro il Grande aveva fatto nella sua conquista verso l’India. Dall’altra parte, in occidente, Cartagine era stata ormai demolita, devastata dai Romani e, quindi, si era liberato il Mediterraneo d’occidente, Eratostene apre questo mondo e non solo porta le Colonne dal Canale di Sicilia a Gibilterra, ma riesce a misurare la circonferenza della terra perfettamente attraverso due pozzi e i raggi del sole, sbagliando di soli 30 km. Questo gli ha regalato il titolo di “Padre della Geografia”. Ma l’Atlante Farnese – che è contemporaneo di Eratostene – ha sulle sue spalle una sfera celeste che deve circondare una terra già tonda e con tutti i segni zodiacali già al loro posto. E qui, però, Atlante ci obbliga a ragionare: per posizionare tutti quei segni zodiacali (e stellari insieme) gli astronomi mesopotamici prima di Eratostene hanno dovuto archiviare per millenni le stelle e poi organizzarle in racconti che vengono datati ormai nel sesto/settimo millennio aC. Quindi proprio questa statua dimostra che Eratostene non è “il Padre della Geografia” ma probabilmente il nipote o il pronipote di una geografia molto, molto più antica.