Il Dossier che Sergio Frau, Ettore Tronci e Matteo Cera hanno fatto avere al Ministro per segnalare i rischi che depositi nucleari fanno correre all’archeologia del Medio Campidano.

Egregio Signor Ministro
Sento il dovere di segnalare a Lei come massimo tutore del nostro patrimonio culturale, che – per quel che riguarda la Sardegna del Medio Campidano – la mappatura dei possibili siti di stoccaggio di scorie nucleari, purtroppo si è basata su documentazioni obsolete che non contemplano i tesori archeologici conservati, ancora sepolti, in quel territorio: una vera, estesa, strabiliante “Pompei del
Mare” da affidare, intatta agli studiosi che dopo di noi verranno.
Stiamo parlando della grande piana cerealicola che circonda su
Nuraxi, la Reggia Megalitica di Barumini scoperta da Giovanni Lilliu che la diseppellì dalla collina coltivata a fave che la copriva. Oggi è nella lista d’oro del Patrimonio Unesco. Ebbene proprio in quella zona, sotto un corposo strato di limo, c’è una parossistica presenza di insediamenti nuragici ancora mal studiata, mal intesa e assai poco segnalata. Di nuraghi come e talvolta più imponenti di quello di Barumini ce ne sono decine e decine. ***
Mi presento: sono Sergio Frau, per anni, fin dalla sua fondazione, giornalista di Repubblica dove mi occupavo di temi culturali. Negli ultimi anni con dei droni e santa pazienza con due collaboratori
(Ettore Tronci e Matteo Cera), con i consigli del geologo del C.N.R. Mario Tozzi e con gli incoraggiamenti di Andrea Carandini, dell’Unesco, dell’Accademia dei Lincei e della Società Geografica Italiana, abbiamo censito un centinaio di nuraghi sepolti dal fango – fotografandoli e facendoli conoscere con mostre, siti web e trasmissioni tv. Si tratta di colossali torri megalitiche che, ancora sepolte, si svelano soltanto fotografate dal cielo: punteggiano l’intera zona selezionata per le postazioni dei depositi nucleari. Più delle parole urlano le immagini che Le invio e le due mappe che evidenziano l’inquietante sovrapposizione dei depositi nucleari con le risultanze archeologiche da noi rilevate e ancora assenti dalle mappature ufficiali dell’archeologia sarda.

Pompei del Mare? Le assicuro, Ministro, che non sto esagerando: gli
unici due nuraghi sepolti scavati scientificamente negli anni scorsi hanno restituito veri tesori archeologici: strumenti di lavoro, bacili di bronzo, blocchi di ossidiana. Talmente tanta roba da poter riempire i due musei creati apposta per esporre quei reperti. Avendo seguito, ammirato, l’accelerazione alla resurrezione di Pompei, quella vera, data da Lei e dai suoi collaboratori, spero che converrà con me che non appartiene alla storia dell’uomo abbandonare un luogo lasciando tutti i suoi averi. Questo successe nel Medio Campidano che ancora sigilla le prime pagine della storia mediterranea.
Ovviamente sarei onorato di poter avere Lei o un suo incaricato per constatare di persona la ricchezza culturale della zona e i rischi che l’insediamento di depositi nucleari farebbero correre a un patrimonio che aspetta un vostro aiuto e che, negli anni a venire, può dar lavoro a generazioni di studiosi.
Con la massima fiducia, Le consegno questa mia accorata segnalazione da girare – se crede – al Ministro dell’Ambiente che, certo, rianalizzerà la situazione.
Con osservanza
Sergio Frau
347 8644 991

p.s. Stiamo preparando una documentazione più dettagliata che volentieri metteremo a disposizione dei suoi esperti .